Dibattito in classe – Robot e intelligenze artificiali in analisi logica – parte 2

discorso pronunciato in aula da Francesca C. – classe 3ª E –

Di recente, in 3ª E, durante una lezione di Grammatica in cui studiavamo i complementi di agente e di causa efficiente, ho chiesto per scherzo alla classe come avremmo dovuto fare l’analisi logica se avessimo trovato in una frase passiva un robot o un’intelligenza artificale. Li avremmo dovuti considerare complementi d’agente o di causa efficiente? Non immaginavo che si creassero due fazioni nettamente in contrasto e che la questione scatenasse un reale e infervorato dibattito tra i sostenitori dell’una e dell’altra fazione. Così ho chiesto alle due fazioni di scegliere ciascuna un proprio rappresentante ufficiale che, dopo essersi opportunamente documentato, pronunciasse in aula un discorso in difesa del proprio punto di vista, cercando di convincere i sostenitori della fazione avversa e soprattutto gli indecisi o chi  non si era schierato da nessuna delle due parti. Quello che segue è il discorso pronunciato da Francesca per sostenere la tesi che robot e intelligenze artificiali vanno trattati come complementi d’agente. 

prof. Valentini

Discorso di FRANcESCA C. in cui sostiene che nelle frasi passive robot e intelligenze artificiali vanno trattati come complementi d’AgENTE

Vorrei cominciare leggendo la definizione di complemento d’agente e di causa efficiente data dall’Accademia della Crusca:

Secondo un approccio classico all’analisi sintattica, in presenza di un verbo in forma passiva, il complemento d’agente indica colui che compie l’azione espressa dal verbo, ovvero il soggetto della frase attiva, l’agente. L’analisi logica distingue tra complemento d’agente e di causa efficiente. Si parla di complemento d’agente quando chi svolge l’azione è un’entità animata (persona o animale), es. La preda è stata inseguita dal lupo. In presenza di un’entità non animata (un oggetto, un fatto o un’entità astratta), si ha invece un complemento di causa efficiente, in quanto causa che produce l’effetto, es. La porta è stata aperta dal vento.

Sempre l’Accademia della Crusca, però, dice:

L’animatezza è dunque il parametro in base al quale si può distinguere il complemento d’agente da quello di causa efficiente. Si tratta di una nozione intuitiva e al contempo di difficile definizione, comunemente associata all’idea della vita in sé e quindi a concetti a essa relati quali il movimento, l’essere senziente, ecc. (Yakamoto, 1999). Esistono entità che presentano una classificazione ambigua, poiché si trovano, nella nostra percezione della realtà, in una condizione che oscilla tra animato e non animato. Ne sono un esempio le piante. In frasi come L’ossigeno è prodotto dall’aloe durante la notte trattiamo la pianta (aloe) come un complemento d’agente o di causa efficiente?Per quanto il concetto di animato di solito coincida con quello di essere vivente, la collocazione del regno vegetale nella categoria semantica dell’animatezza risulta controversa. Secondo Treccani i minerali e i vegetali apparterrebbero alla categoria inanimato, in quanto privi di vita animale. Il GRADIT (Grande dizionario italiano dell’uso) invece non include le piante nella categoria inanimato, ma soltanto i minerali e tutto ciò che è privo di vita. Le piante non sono le uniche entità di cui è difficile stabilire l’animatezza. Complicano ulteriormente il quadro quei nomi non umani di per sé, ma che indicano gruppi di uomini (governo, classe, partito, ecc.), nonché le parole che si riferiscono a oggetti tecnologici come computer, lettore ottico, ecc., che compiono azioni sebbene non siano entità animate.

Perciò l’Accademia della Crusca non dà indicazioni precise al riguardo. Io vorrei quindi convincervi che nel caso di nomi quali robot, intelligenza artificiale, automa, siamo davanti a complementi d’agente, e non di causa efficiente. Per prima cosa quindi vorrei leggere le definizioni di queste tre parole. A cominciare da robot.

Definizione di robot:

Ad oggi potremo definire ‘Robot’ un sistema elettromeccanico riprogrammabile, dotato di capacità di percezione e di un’intelligenza propria, predisposto per compiere un ampio numero di compiti diversi.

                                                                                   -Consiglio regionale della Toscana-

Continuo leggendovi la definizione di intelligenza artificiale:

L’intelligenza artificiale (IA) è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. I sistemi di IA sono capaci di adattare il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando in autonomia

                                                                                                            -European Parliament-

A sostegno di questa definizione vorrei fare degli esempi. Per quanto riguarda “una macchina in grado di mostrare capacità umane quali il ragionamento” vorrei portare l’esempio del sistema di guida assistita delle macchine che frenando, cambiando corsia, parcheggiando autonomamente fanno una sorta di ragionamento elaborando i dati che gli vengono dati.

Per quanto riguarda la capacità di apprendimento vorrei portare l’esempio di Alexa, perché penso che l’abbiamo o almeno la conosciamo tutti. Ci sono alcune domande a cui tutte le Alexa risponderanno allo stesso modo: se io chiedo ad  Alexa qual è la sua canzone preferita, mi risponderà: “il cielo è sempre più blu” di Rino Getano, e così faranno tutte le altre Alexa italiane. Ma se io chiedo ad Alexa di “mettere musica” senza specificare il tipo di musica o l’autore, ogni Alexa metterà una canzone diversa, a seconda dei gusti del suo proprietario. Ho infatti chiesto a Marcello e a Laura di mandarmi un audio dove chiedevano alle loro Alexa di “mettere musica”.

Adesso vorrei farvi ascoltare tutti e tre gli audio per metterli a confronto.

Audio della mia richiesta ad Alexa:

 

Audio della richiesta di Marcello:

 

Audio della richiesta di Laura:

 

Questo dimostra che una volta progettate, programmate, vendute e comprate, le Alexa si svilupperanno ognuna autonomamente, in maniera diversa dalle altre.

Proseguo leggendovi la definizione di automa.

Definizione di automa:

1.Macchina che riproduce i movimenti (e in genere anche l’aspetto esterno) dell’uomo e degli animali. Quindi, fig., persona priva di volontà propria, che agisce o si muove macchinalmente senza coscienza dei proprî atti: camminava come un a.; sembrare, ridursi un automa. 2. In cibernetica (in partic. nella teoria generale degli a.), sistema definito da un insieme di segnali di entrata, di stati interni e di segnali di uscita, e tale che per ogni segnale in entrata fornisce un segnale d’uscita dipendente dallo stato interno in cui il sistema stesso si trova. 

                                                                                                                                         -Treccani-

Infine vi leggerei la voce “animazione” del vocabolario, in quanto chiave per capire definitivamente se possiamo intendere un robot, un’intelligenza artificiale o un automa, complementi d’agente.

Definizione di animazione:

animazióne s. f. [dal lat. animatio -onis, der. di animare (v. animare); nel sign. 2, con influenza del fr. animation]. – 1. a. L’infondere o il ricevere l’anima, la vita: l’a. della creta, da parte di Dio, per la creazione di Adamo; estens.: a. delle cose, del paesaggio, da parte di un artista, di uno scrittore. b. L’opera, l’attività di animare, con riferimento agli usi specifici di animatore (v.): a. dei giochi, a. di attività culturali, a. dei villaggi turistici, e simili. 2. Più com. fig., vivacità, calore, affollamento vivace: parlare con grande a.; discutere con a.; una festa priva di a.; c’era un’insolita a. per le strade; talora entusiasmo, slancio o agitazione dell’animo: i suoi occhi accesi tradivano una singolare animazione. 3. tecnica cinematografica mediante la quale vengono ripresi con speciale apparecchio fotogrammi di disegni o di oggetti inanimati rappresentati, o collocati, in posizioni di lievi spostamenti successivi, così che nella proiezione diano poi allo spettatore l’impressione di un vero e proprio movimento; è una tecnica particolarmente adoperata per i cosiddetti disegni animati e in genere per i film di animazione. 

                                                                                                                                    -Treccani-

Non so se qualcuno di voi da piccolo ha mai disegnato lo stesso personaggio su diverse pagine di un quadernetto  spostandolo di un millimetro ad ogni pagina, per poi sfogliare il quadernetto e vedere il personaggio muoversi. Questo, a quanto detto dal terzo significato di animazione, è animare quel personaggio. Ogni disegno, preso singolarmente, è indubbiamente inanimato, ma una volta sfogliato il quadernetto si animerà. E si animerà non nel senso di metterci l’anima, perché io in quel disegno non ci metto l’anima, non gli faccio provare delle emozioni, eppure, secondo il terzo significato di animazione, lo animerò.

Non so se voi avete mai visto un robot, io l’ho visto, per esempio, durante la giornata dell’orientamento (l’aveva portato l’Euroform). Una volta attivato, questo robot ha cominciato a ballare, poi è caduto e ha detto: “Oh! Sono caduto. Adesso mi rialzo”. Non è riuscito a rialzarsi perché non aveva abbastanza spazio, e ha detto: “Non riesco a rialzarmi, dovrò aspettare che qualcuno mi aiuti”. Ora, quando io ho visto questo robot non è che ho pensato: “Guarda che bravi i ragazzi dell’Euroform che hanno progettato questo robot in modo che sappia ballare e parlare!”. Ho pensato: “Guarda che simpatico questo robot che sa parlare e ballare!”.

Io quindi direi che un robot, un’intelligenza artificiale ed un automa, si possano considerare animati secondo il terzo significato di animazione in quanto ci danno l’illusione di movimento e di vita, proprio come il personaggio sul quadernetto, e che quindi siano complementi d’apente.

Qui potete leggere il discorso di Gianpol a sostegno della tesi avversa:  https://unsorrisoallalettura.altervista.org/dibattito-in-classe-robot-e-intelligenze-artificiali-in-analisi-logica-parte-1/